L’influenza stagionale è un’infezione virale altamente contagiosa che attacca abitualmente le alte vie respiratorie e occasionalmente l’intero apparato. I virus influenzali circolano in tutto il mondo, causando disturbi da lievi a gravi e, in alcuni casi, possono portare addirittura al decesso1.
AREE TERAPEUTICHE
L’influenza stagionale colpisce ogni anno il 5-10% della popolazione mondiale; il 5-10% di questi casi interessa gli adulti, il 20-30% i bambini. L’incidenza dell’infezione può raggiungere il 40-50% nei soggetti a rischio2. Sebbene la fascia di età più colpita in termini numerici sia quella pediatrica, gli anziani e i soggetti fragili (per esempio immunodepressi) con fattori di rischio sia patologici (malattie croniche) sia fisiologici (gravidanza) sono maggiormente interessati da complicazioni maggiori, ricoveri ospedalieri e decessi.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno muoiono nel mondo 250-500mila persone a causa dell’influenza, con un’incidenza maggiore tra gli ultra 65enni3. In Europa, secondo le stime del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC)4, sono circa 40mila l’anno le morti premature per influenza.
In Italia l’influenza è ancora oggi la terza causa di morte per malattia infettiva5, preceduta solo da AIDS e tubercolosi. Secondo i dati del sistema INFLUNET, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ogni anno si registrano in Italia da cinque a otto milioni di casi di sindrome influenzale (otto milioni negli anni di picco), con un’incidenza di 3,5 casi per 1.000 a settimana (da cinque a 14 nei periodi di picco). Ogni anno circa ottomila decessi possono essere direttamente correlati con l’infezione influenzale e di questi il 90% interessa soggetti di età superiore ai 65 anni6.
Influenza: come avviene la trasmissione del virus
L’influenza si può diffondere molto facilmente, di solito inalando le goccioline di saliva emesse con tosse o starnuti da una persona portatrice del virus, oppure con una stretta di mano o toccando una superficie contaminata1. Proprio per la facilità con cui il virus influenzale si può diffondere, i bambini, che frequentano comunità ristrette come scuole e asili, sono i suoi principali veicoli di trasmissione7.
Il periodo di incubazione dell’influenza è breve e dura in media da uno a quattro giorni8:
- le persone sono di solito contagiose a partire dal giorno precedente a quello in cui si manifestano segni e sintomi della malattia e rimangono tali per circa una settimana1
- rispetto agli adulti, il periodo di trasmissione del virus è più lungo nei bambini piccoli, che possono essere contagiosi anche fino a 10 o più giorni dalla comparsa dei segni/sintomi, prolungando così il periodo di trasmissione del virus rispetto agli adulti8.
La malattia
L’influenza non è semplicemente un brutto raffreddore, ma una malattia grave, i cui segni e sintomi possono includere1:
- febbre alta improvvisa con brividi;
- dolori muscolari, alla testa e agli arti, con stanchezza, affaticamento e sensazione di debolezza;
- tosse secca, mal di gola e difficoltà a deglutire;
- i bambini possono anche andare incontro a otite, diarrea e vomito1.
Le maggiori complicazioni legate all’influenza possono includere polmonite e disidratazione, oltre al peggioramento di condizioni croniche come1:
- scompenso cardiaco
- asma
- diabete
L’influenza complicata può portare al ricovero ospedaliero e al decesso:
- negli anziani, l’influenza comporta un aumento del rischio di gravi malattie cardiovascolari e respiratorie, come l’infarto del miocardio e la polmonite9,10
- nei paesi sviluppati, il 90 per cento dei decessi legati all’influenza si verifica nei soggetti di 65 anni o più11. In questa fascia di età l’incidenza della mortalità dovuta all’infezione è di 22,1 persone su 100mila e nel 50-60 per cento dei casi l’influenza comporta l’ospedalizzazione12. Inoltre, con l’avanzare dell’età (oltre gli 85 anni, la cosiddetta “quarta età”) il rischio di morire per influenza o polmonite aumenta di 32 volte13.
Influenza: la spesa non dichiarata
L’influenza stagionale è associata a costi sanitari considerevoli per le comunità, sia in termini di costi diretti (consumo di farmaci, ricoveri ospedalieri ecc.) sia costi indiretti (per esempio assenteismo lavorativo o scolastico con le relative perdite di produttività; impegno dei familiari conviventi ecc.) e costi non monetizzabili (sofferenza, dolore, riduzione della qualità della vita).
Un recente studio14 condotto in 27 Paesi dell’Unione Europea sui benefici per la sanità pubblica e l'importanza economica della vaccinazione influenzale sui cinque gruppi target raccomandati dall'OMS (bambini di età compresa tra i 6 ed i 23 mesi; persone con patologie croniche; donne gravide; operatori sanitari; soggetti di età superiore a 65 anni) ha evidenziato che con gli attuali tassi di copertura vaccinale vengono evitati:
-
1,6 milioni
di casi di influenza di cui:
- il 70% tra gli ultra 65enni
- il 25% tra i soggetti con patologie croniche sottostanti -
oltre 45 mila
ricoveri ospedalieri
-
oltre 25 mila
decessi conseguenti a complicazioni
Si stima in 1,3 miliardi di euro annui il costo medio dell’influenza in Italia15. In riferimento alla stagione influenzale 2014/15, il cui costo complessivo è stato stimato in 3,5-4 miliardi di euro16, l’Istituto Superiore di Sanità ha calcolato che 1,5 milioni di italiani sono stati costretti a letto per l’influenza (gennaio 2015).
L’influenza è causa del 10 per cento circa di tutte le assenze dal lavoro. In Italia la durata media dell’assenza dal lavoro per influenza è di 4,8 giorni ed è stato calcolato che ogni caso di influenza costa in media (in termini di costi sociali diretti ovvero visite, diagnostica, farmaci), complessivamente, 330 euro17. Compresa l’ospedalizzazione il costo sale a 3-6mila euro. Per i costi sociali indiretti (inattività scolastica e/o lavorativa) si calcola una media di circa 1000 euro a persona.
Perché vaccinarsi?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nessun altro intervento sanitario, ad eccezione della fornitura di acqua potabile per il consumo umano, ha avuto un impatto superiore sulla riduzione dei costi della malattia rispetto alla vaccinazione18. Si calcola che l’uso dei vaccini attualmente disponibili riesca a salvare ogni anno oltre otto milioni di vite, vale a dire una persona ogni cinque secondi19.
Il vaccino contro l’influenza stagionale previene il 70-90 per cento delle malattie correlate all’influenza negli adulti e negli anziani e può ridurre del 60 per cento l’incidenza di complicazioni e dell’80 per cento quella dei decessi. Tra gli anziani istituzionalizzati (che vivono nelle case di riposo), la vaccinazione influenzale può ridurre l’incidenza dei ricoveri ospedalieri di circa il 50 per cento, il rischio di polmonite del 60 per cento e tutte le cause di decesso del 68 per cento20.
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